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PICCOLA GUIDA AL MUSEO DI S. PIO X DI SALZANO

di Gianni Marcuglia e Giorgio Zillio

Cenni Storici

Il MUSEO, inaugurato il 3 ottobre 1999, raccoglie oggetti e paramenti sacri provenienti dal “vecchio museo” (1951) e da ambienti parrocchiali.

Lo spazio museale precedente occupava un vano di 40 mq, ricavato in una sacrestia costruita in seguito all'ampliamento della chiesa nel 1924.
L’attuale superficie espositiva utile è di 160 mq ed è stata realizzata con il contributo della legge speciale per il Giubileo n. 270/97. Il carattere liturgico del materiale esposto non limita ma, anzi, nobilita un ambiente che vuole illustrare e documentare alcuni particolari periodi della storia della comunità salzanese.

Per questa particolarità possiamo dire che esso appartiene all'intera comunità.

Calici, ostensori, croci, reliquiari, sculture ed arredi lignei, paramenti liturgici (pianete, piviali, tunicelle) in velluto di particolare pregio, preziosi damaschi e broccati testimoniano il periodo trascorso da don Giuseppe Sarto dapprima come parroco di Salzano (1867-1875) e quindi come Papa (1903-1914), massima carica alla quale era pervenuto dopo avere percorso tutti i gradini della gerarchia ecclesiastica.

Piano terra

Il piano terra ospita suppellettili sacre. Calici (dal XVIII al XX secolo) tra i quali spicca il “calice con patena” del 1906 (scheda n. 89). È d’oro, dono che papa Pio X fece alla comunità di Salzano e che Egli ricevette in occasione della consacrazione di 14 vescovi francesi in S. Pietro, dopo la rottura diplomatica della Santa Sede con la Francia. Finemente lavorato e riccamente cesellato, esso riproduce scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Pissidi: la più antica è datata 1754 (scheda n. 59) ed è dono di monsignor O. Stocco alla parrocchia, con la coppa interamente dorata, con decorazioni tipiche del repertorio italiano di metà Settecento, come la sagomatura del piede e le articolate volute fogliacee e la festonatura libera del bordo della sottocoppa. Croci astili (sch. n. 50-51) del XVII secolo, con anima in legno, realizzate in lamina d’argento sbalzata. Reliquiari di S. Teresa d’Avila (sch. n. 55) e di S. Carlo Borromeo (sch. n. 77). Cartegloria (sch. n. 60-61) (così definite per la presenza nei testi incorniciati della preghiera “gloria in excelsis Deo...”): venivano sistemate sull’altare e servivano al celebrante per la recita in latino delle preghiere fisse della Messa. Ostensori fra i quali (sch. n. 72) spicca, per il carattere monumentale e per l’aspetto sontuoso, quello donato da don Antonio Bosa, predecessore di G. Sarto, nel 1867. Messali (canone della Messa del 1904 ad uso dei prelati e dei vescovi, un messale romano del 1901 e un messale dei defunti del 1862, usato da don G. Sarto). Ex voto a varia forma di cuore, di rosette e medaglioni incorniciati da motivi vegetali e floreali; cassette per elemosine; turiboli e navicelle; candelabri e ampolline.

Soppalco

Il soppalco è una struttura “provvisoria”, resa possibile dallo scavo di 70 cm. del pavimento del piano terra, fino a portarlo alla quota della piazza esterna. Esso ospita le mostre temporanee. Dal 3 ottobre 1999 al 31 dicembre 2000 sono stati esposti documenti (lettere, resoconti ...) e registri (nascite, matrimoni, morti ...) del parroco don Giuseppe Sarto, scritti fra il 1867 ed il 1875.

Primo piano

Il primo piano offre una ricchissima ed unica collezione di paramenti sacri, databili dal XV al XX secolo, nella quale spiccano alcune tra le più antiche e preziose pianete della nostra regione.

Di particolare pregio è la pianeta in velluto rosso (sch. n. 15), databile al XVI secolo, probabile reimpiego di un abito smontato, realizzata in sete policrome e filati metallici su armatura di base in raso. Il ricamo a croce che la decora, dell'ultimo quarto del XV secolo, è suddiviso in riquadri, in ognuno dei quali è raffigurato un santo sovrastato da una cupola d’oro. Nella croce anteriore vi è S. Bartolomeo, patrono della parrocchia di Salzano, in quella posteriore S. Giovanni Battista, compatrono della parrocchia di Salzano fin dal 1427. Questa pianeta è giudicata un raro e prezioso gioiello del primo Rinascimento. “Di mano fine e sapientissima è il ricamo a sottili fili d’oro e di sete” (secolo XVI) che orna la pianeta (secolo XVIII, sch. n. 9) in finissimo damasco verde chiaro, riconoscibile come quella indossata da Pio X nel ritratto del pittore Apollonio, donato a S. E. il vescovo Longhin, dipinto in occasione del processo di beatificazione di papa Sarto.

Dell’ultimo quarto del XVII secolo, anche se con rifacimenti e trasporto su un supporto eseguiti nel XX secolo, è la pianeta in sete policrome, filati d’argento e d’oro, donata dallo stesso Pio X alla parrocchia di Salzano nel 1904, nel secondo anno del suo pontificato.

Per terminare la visita al Museo, di non minore interesse storico ed artistico sono gli arredi lignei, dal Confessionale ai candelabri, alle sedie, al letto, al Pulpito, all’Inginocchiatoio, alcuni dei quali sono conservati all’interno della nostra chiesa, per concludere con la cosiddetta “Madonna della Roata”, esposta all'interno del museo, che rappresenta uno dei rarissimi esempi di madonna vestita presenti nel nostro territorio.

Ultimo aggiornamento: 13.08.2007

 
 
 
 
 
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