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Il Catechismo Maggiore di San Pio X

Indice

 

PARTE QUINTA

DELLE VIRTÙ PRINCIPALI E DI ALTRE COSE NECESSARIE A SAPERSI DAL CRISTIANO

CAPO I.

Delle virtù principali.

§ 1. - Delle virtù teologali.

856 D. Che cosa è la virtù?

R. La virtù è una qualità dell'anima, per la quale si ha propensione, facilità e prontezza a conoscere ed operare il bene.

857 D. Quante sono le principali virtù soprannaturali?

R. Le principali virtù soprannaturali sono sette: cioè tre teologali e quattro cardinali.

858 D. Quali sono le virtù teologali?

R. Le virtù teologali sono: la Fede, la Speranza e la Carità.

859 D. Perché la Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali?

R. La Fede, la Speranza e la Carità si chiamano virtù teologali, perché hanno Dio per oggetto immediato e principale, e ci sono infuse da Lui.

860 D. In qual modo le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato?

R. Le virtù teologali hanno Dio per oggetto immediato, perché con la Fede noi crediamo in Dio, e crediamo tutto ciò che Egli ha rivelato; con la Speranza speriamo di possedere Dio; con la Carità amiamo Dio e in Lui amiamo noi stessi e il prossimo.

861 D. Quando è che Dio ci infonde nell'anima le virtù teologali?

R. Iddio per sua bontà ci infonde nell'anima le virtù teologali quando ci adorna della sua grazia santificante, e perciò quando ricevemmo il Battesimo fummo arricchiti di queste virtù, e con esse, dei doni dello Spirito Santo.

862. D. Basta per salvarsi, aver ricevuto nel Battesimo le virtù teologali?

R. Per chi ha l'uso della ragione, non basta aver ricevuto nel Battesimo le virtù teologali; ma é necessario farne spesso gli atti.

863 D. Quando siamo obbligati di fare gli atti di Fede, di Speranza e di Carità?

R. Siamo obbligati di fare gli atti di Fede, di Speranza e di Carità:

  1. giunti all'uso della ragione;
  2. spesse volte nel decorso della vita;
  3. in pericolo di morte.

 

§ 2. Della Fede.

864 D. Che cosa è la Fede?

R. La Fede e una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell' anima nostra, per la quale noi, appoggiati all'autorità di Dio stesso, crediamo esser vero tutto quello che Egli ha rivelato, e che per mezzo della Chiesa ci propone a credere.

865 D. In quale maniera sappiamo noi le verità rivelate da Dio?

R. Noi sappiamo le verità rivelate da Dio per mezzo della santa Chiesa che è infallibile; cioè, per mezzo del Papa, successore di san Pietro e per mezzo dei Vescovi successori degli Apostoli, i quali furono ammaestrati da Gesù Cristo medesimo.

866 D. Siamo noi sicuri di quelle cose che la santa Chiesa c'insegna?

R. Di quelle cose che la santa Chiesa c'insegna, noi siamo sicurissimi, perché Gesù Cristo ha impegnato la sua parola, che la Chiesa non si sarebbe mai ingannata.

867 D. Con qual peccato si perde la Fede?

R. La Fede si perde con negare o dubitare volontariamente anche di un solo articolo propostoci a credere.

868 D. Come si riacquista la Fede perduta?

R. La Fede perduta si riacquista con pentirsi del peccato commesso e con credere di nuovo tutto quello che crede la santa Chiesa.

 

§ 3. - Dei misteri.

869 D. Possiamo noi capire tulle le verità della Fede?

R. No, noi non possiamo capire tutte le verità della Fede, perché alcune di queste verità sono misteri.

870 D. Che cosa sono i misteri?

R. I misteri sono verità superiori alla ragione, che noi dobbiamo credere quantunque non le possiamo comprendere.

871 D. Perché dobbiamo credere i misteri?

R. Dobbiamo credere i misteri, perché li ha rivelati Iddio, il quale essendo Verità e Bontà infinita, non può né ingannarsi né ingannare.

872 D. I misteri sono essi contrari alla ragione?

R. I misteri sono superiori, ma non contrari alla ragione; é anzi la stessa ragione che ci persuade ad ammettere i misteri.

873 D. Perché i misteri non possono essere contrari alla ragione?

R. I misteri non possono essere contrari alla ragione, perché é lo stesso Dio che ci ha dato il lume della ragione e rivelato i misteri, né Egli può contraddire a se stesso.

 

§ 4. - Della Sacra Scrittura.

874 D. Dove si contengono le verità che Dio ha rivelato?

R. Le verità che Dio ha rivelato si contengono nella Sacra Scrittura e nella Tradizione.

875 D. Che cosa è la Sacra Scrittura?

R. La Sacra Scrittura è la collezione dei libri scritti dai Profeti ed Agiografi, dagli Apostoli, e dagli Evangelisti per ispirazione dello Spirito Santo, e ricevuti dalla Chiesa come ispirati.

876 D. In quante parti si divide la Sacra Scrittura?

R. La Sacra Scrittura si divide in due parti: nell'antico e nel nuovo Testamento.

877 D. Che cosa contiene l'antico Testamento?

R. L'antico Testamento contiene i libri ispirati, scritti innanzi alla venuta di Gesù Cristo.

878 D. Che cosa contiene il nuovo Testamento?

R. Il nuovo Testamento contiene i libri ispirati, scritti dopo la venuta di Gesù Cristo.

879 D. Con qual nome si chiama comunemente la Sacra Scrittura?

R. La Sacra Scrittura chiamasi comunemente col nome di Sacra Bibbia.

880 D. Che cosa vuol dire la parola Bibbia?

R. La parola Bibbia vuol dire la collezione dei libri santi, il libro per eccellenza, il libro dei libri, il libro ispirato da Dio.

881 D. Perché la Sacra Scrittura dicesi il libro per eccellenza?

R. La Sacra Scrittura dicesi il libro per eccellenza, a motivo dell'eccellenza della materia di cui tratta e dell'Autore della medesima.

882 D. Non vi può essere errore nella Sacra Scrittura?

(*) R. Nella Sacra Scrittura non vi può essere errore alcuno, perché, essendo tutta ispirata, autore di tutte le sue parti è Dio medesimo. Ciò non toglie che nelle copie e traduzioni della stessa possa essere occorso qualche sbaglio o dei copisti o dei traduttori. Però nelle edizioni rivedute ed approvate dalla Chiesa cattolica non vi può essere errore in ciò che riguarda la fede o la morale.

883 D. È necessaria a tutti i cristiani la lettura della Bibbia?

R. La lettura della Bibbia non è necessaria a tutti i cristiani, ammaestrati come sono dalla Chiesa, ma però è molto utile e raccomandata a tutti.

884 D. Si può leggere qualunque traduzione volgare della Bibbia?

R. Si possono leggere quelle traduzioni volgari della Bibbia, che sono riconosciute fedeli dalla Chiesa cattolica, e sono accompagnate da spiegazioni approvate dalla Chiesa medesima.

885 D. Perché si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia, che sono approvate dalla Chiesa?

R. Si possono leggere le sole traduzioni della Bibbia che sono approvate dalla Chiesa, perché essa sola è legittima custode della Bibbia.

886 D. Per mezzo di chi possiamo noi conoscere il vero senso delle Sacre Scritture?

R. Il vero senso delle Sacre Scritture noi possiamo conoscerlo solo per mezzo della Chiesa, perché solo la Chiesa non può errare nell'interpretarle.

887 D. Che dovrebbe fare il cristiano se gli venisse offerta la Bibbia da un protestante o da qualche emissario dei protestanti?

R. Se ad un cristiano venisse offerta la Bibbia da un protestante, o da qualche emissario dei protestanti, egli dovrebbe rigettarla con orrore, perché proibita dalla Chiesa; che se l'avesse ricevuta senza badarvi, dovrebbe tosto gettarla alle fiamme, o consegnarla al proprio parroco.

888 D. Perché la Chiesa proibisce le Bibbie protestanti?

R. La Chiesa proibisce la Bibbie protestanti perché o sono alterate e contengono errori, oppure, mancando della sua approvazione e delle note dichiarative dei sensi oscuri, possono nuocere alla Fede. Per questo la Chiesa proibisce eziandio le traduzioni della Sacra Scrittura già approvate da essa, ma ristampate senza le spiegazioni dalla medesima approvate.

 

5. - Della Tradizione.

889 D. Ditemi: che cosa è la Tradizione?

R. La Tradizione é la parola di Dio non scritta, ma comunicata a viva voce da Gesù Cristo dagli Apostoli, e giunta inalterata, di secolo in secolo per mezzo della Chiesa fino a noi.

890 D. Dove si contengono gl'insegnamenti della Tradizione?

R. Gl' insegnamenti della Tradizione si contengono principalmente nei decreti dei Concilî, negli scritti dei santi Padri, negli atti della Santa Sede, nelle parole e negli usi della sacra Liturgia.

891 D. In qual conto si deve tenere la Tradizione?

R. La Tradizione si deve tenere in quel medesimo conto in che si tiene la parola di Dio rivelata, contenuta nella Sacra Scrittura.

 

§ 6. - Della Speranza.

892 D. Che cosa é la Speranza.

R. La Speranza é una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo ed aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla.

893 D. Per qual motivo dobbiamo noi sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo?

R. Noi dobbiamo sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo, perché Dio misericordiosissimo, pei meriti di N. S. Gesù Cristo, Io ha promesso a chi lo serve di cuore; ed essendo fedelissimo ed onnipotente, mantiene sempre la sua promessa.

894 D. Quali sono le condizioni necessarie per ottenere il paradiso?

R. Le condizioni necessarie per ottenere il paradiso, sono la grazia di Dio, l'esercizio delle buone opere e la perseveranza nel santo amore di Lui fino alla morte.

895 D. Come si perde la speranza?

R. Si perde la Speranza ogni qual volta si perde la Fede: si perde ancora per il peccato di disperazione o di presunzione.

896 D. Come si riacquista la Speranza perduta?

R. La Speranza perduta si riacquista con pentirsi del peccato commesso, eccitando di nuovo la fiducia nella bontà divina.

 

7. - Della Carità.

897 D. Che cosa é la Carità?

R. La Carità è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale amiamo Dio per se stesso sopra ogni cosa, e il prossimo come noi stessi per amor di Dio.

898 D. Per quali motivi dobbiamo noi amare Dio?

R. Noi dobbiamo amare Iddio perché Egli e il sommo bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo.

899 D. Come si deve amare Iddio?

R. Dio si deve amare sopra tutte le cose, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze.

900 D. Che vuol dire amare Iddio sopra tutte le cose?

R. Amare Iddio sopra tutte le cose vuol dire preferirlo a tutte le creature più care e più perfette, ed essere disposti a perdere tutto piuttosto che offenderlo e cessare di amarlo.

901 D. Che vuol dire amare Iddio con tutto il cuore?

R. Amare Iddio con tutto il cuore vuoi dire consacrare a Lui tutti i nostri affetti.

902 D. Che vuol dire amare Iddio con tutta la mente?

R. Amare Iddio con tutta la mente vuoi dire indirizzare a Lui tutti i nostri pensieri.

903 D. Che vuol dire amare Iddio con tutta l'anima?

R. Amare Iddio con tutta l'anima vuol dire consacrare a Lui l'uso di tutte le potenze dell, anima nostra.

904 D. Che vuoi dire amare Iddio con tutte le nostre forze?

R. Amare Iddio con tutte le nostre forze vuoi dire procurare di crescere sempre più nell'amore di Lui e fare in modo che tutte le nostre azioni abbiano per motivo e per fine l'amore di Lui, ed il desiderio di piacergli.

905 D. Perché dobbiamo noi amare il prossimo?

R. Noi dobbiamo amare il prossimo per amor di Dio, perché Egli ce lo comanda, e perché ogni uomo é immagine di Lui.

906 D. Siamo obbligati ad amare anche i nemici?

R. Si, siamo obbligati ad amare anche i nemici, perché sono anch'essi nostro prossimo, e perché Gesù Cristo ce ne ha fatto un espresso comando.

907 D. Che vuoi dire amare il Prossimo come se stesso?

R. Amare il prossimo come se stesso vuol dire desiderargli e fargli, per quanto si può, quel bene che dobbiamo desiderare a noi stessi, e non desiderargli né fargli alcun male.

908 D. Quando è che noi amiamo noi stessi come si deve?

R. Noi amiamo noi stessi come si deve, quando cerchiamo di servir Dio e mettere in Lui ogni nostra felicità.

909 D. Come si perde la Carità?

R. La Carità si perde con qualunque peccato mortale.

910 D. Come si riacquista la Carità?

R. La Carità si riacquista facendo atti di amor di Dio, pentendosi e confessandosi come si deve.

 

§ 8.  Delle virtù cardinali.

911 D. Quali sono le virtù cardinali?

R.    Le virtù cardinali sono la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza.

912 D. Perché la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza, e la Temperanza si chiamano virtù cardinali?

R. La Prudenza, la Giustizia, la Fortezza, e la Temperanza si chiamano virtù cardinali, perché sono il cardine, e il fondamento delle virtù morali.

913 D. Che cosa è la Prudenza?

R. La Prudenza è la virtù che dirige ogni azione al debito fine, e però cerca i mezzi convenienti affinché l'opera riesca in tutto ben fatta, e quindi accetta al Signore.

914 D. Che cosa è la Giustizia?

R. La Giustizia è la virtù per cui diamo a ciascuno quello che gli si deve.

915 D. Che cosa è la Fortezza?

R. La Fortezza è la virtù che ci rende coraggiosi a non temere alcun pericolo, neppure l'istessa morte, per servizio di Dio.

916 D. Che cosa è la Temperanza?

R. La Temperanza è la virtù per la quale raffreniamo i desideri disordinati dei piaceri sensibili, e usiamo con moderazione dei beni temporali.

 

CAPO II.

Dei doni dello Spirito Santo.

917 D. Quanti e quali sono i doni dello Spirito Santo?

R. I doni dello Spirito Santo sono sette:

  1. il dono della Sapienza;
  2. dell'Intelletto;
  3. del Consiglio;
  4. della Fortezza;
  5. della Scienza;
  6. della Pietà;
  7. del Timor di Dio.

918 D. A che servono i doni dello Spirito Santo?

R. I doni dello Spirito Santo servono a stabilirci nella Fede, nella Speranza e nella Carità; e a renderci pronti agli atti delle virtù necessarie per conseguire la perfezione della vita cristiana.

919 D. Che cosa è la Sapienza?

R. La Sapienza è un dono col quale noi alzando la mente da queste cose terrene e fragili, contempliamo le eterne, cioè l'eterna Verità che è Dio, gustando ed amando Lui, nel quale consiste ogni nostro bene.

920 D. Che cosa è l'intelletto?

R. L'Intelletto è un dono col quale ci viene facilitata, per quanto si può da uomo mortale, l'intelligenza delle verità della Fede e dei divini misteri, i quali col lume naturale dell'intelletto nostro non possiamo conoscere.

921 D. Che cosa è il Consiglio?

R. Il Consiglio è un dono col quale nei dubbi ed incertezze dell'umana vita conosciamo ciò che torna più alla gloria di Dio, alla salute nostra e del prossimo.

922 D. Che cosa è la Fortezza?

R. La Fortezza è un dono che c'inspira valore e coraggio per osservare fedelmente la santa legge di Dio e della Chiesa, superando tutti gli ostacoli e gli assalti dei nostri nemici.

923 D. Che cosa è la Scienza?

R. La Scienza è un dono col quale giudichiamo rettamente delle cose create, e conosciamo il modo di ben usarle e indirizzarle all'ultimo fine che è Dio.

924 D. Che cosa è la Pietà?

R. La Pietà è un dono col quale veneriamo ed amiamo Dio, e i Santi, e conserviamo un animo pio e benevolo verso il prossimo per amor di Dio.

925 D. Che cosa è il Timor di Dio?

R. Il Timor di Dio è un dono che ci fa riverire Dio e temere di offendere la sua divina Maestà, e ci distoglie dal male incitandoci al bene.

 

CAPO III.

Delle Beatitudini evangeliche.

926 D. Quante e quali sono le Beatitudini evangeliche?

R. Le Beatitudini evangeliche sono otto:

  1. Beati i poveri di spirito, perché di questi è il regno de' cieli.
  2. Beati i mansueti, perché questi possederanno la terra.
  3. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati.
  4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati..
  5. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
  6. Beati i mondi di cuore, perché vedranno Dio.
  7. Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio.
  8. Beati quelli che soffrono persecuzioni per amor della giustizia, perché di essi é il regno de' cieli.

927 D. Perché Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini?

R. Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini per farci detestare le massime del mondo, e

per invitarci ad amare e praticare le massime del suo Vangelo.

928 D. Chi sono quelli che il mondo chiama beati?

R. Il mondo chiama beati quelli che abbondano di ricchezze e di onori, che vivono allegramente, e che non hanno alcuna occasione di patire.

929 D. Chi sono i poveri di spirito, che Gesù Cristo chiama beati?

R. I poveri di spirito, secondo il Vangelo, sono quelli che hanno il cuore distaccato dalle ricchezze; ne fanno buon uso, se le posseggono; non le cercano con sollecitudine, se ne sono privi; ne soffrono con rassegnazione la perdita, se loro vengono tolte.

930 D. Chi sono i mansueti?

R. I mansueti sono quelli che trattano il prossimo con dolcezza, e ne soffrono con pazienza i difetti e i torti che da essi ricevono, senza querele, risentimenti o vendette.

931 D. Chi sono quelli che piangono, eppure sono detti beati?

R. Quelli che piangono, eppure sono detti beati, sono coloro che soffrono rassegnati le tribolazioni, e che si affliggono per i peccati commessi, pei mali e per gli scandali che si vedono nel mondo, per la lontananza dal paradiso e pel pericolo di perderlo.

932 D. Chi sono quelli che hanno fame e sete della giustizia?

R. Quelli che hanno fame, e sete della giustizia sono coloro che desiderano ardentemente di crescere sempre più nella divina grazia e nell'esercizio delle opere buone e virtuose.

933 D. Chi sono i misericordiosi?

R. I misericordiosi, sono quelli che amano in Dio e per amor di Dio il loro, prossimo, ne compassionano le miserie si spirituali, che corporali, e procurano di sollevano secondo le loro forze e il loro stato.

934 D. Chi sono i mondi di cuore?

R. I mondi di cuore sono quelli che non hanno veruno affetto al peccato e ne stanno lontani, e schivano sopratutto ogni sorta d'impurità.

935 D. Chi sono i pacifici?

R. I pacifici sono quelli che conservano la pace col prossimo e con se stessi, e procurano di mettere la pace tra quelli che sono in discordia.

936 D. Chi sono quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia?

R. Quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia sono coloro che sopportano con pazienza le derisioni, i rimproveri e le persecuzioni per causa della fede e della legge di Gesù Cristo.

937 D. Che cosa significano i diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini?

R. I diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini significano tutti, sotto diversi nomi, la gloria eterna del cielo.

938 D. La Beatitudini ci procurano solo l'eterna gloria del paradiso?

R. Le Beatitudini non ci procurano solo l'eterna gloria del paradiso, ma sono anche i

mezzi per condurre una vita felice, per quanto è possibile, in questo mondo.

939 D. Coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa in questa vita?

R. Si, certamente, coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa anche in questa vita, perché già godono un' interna pace e contentezza, che è principio, benché imperfetto, della eterna felicità.

940 D. Quelli che seguono le massime del mondo potranno dirsi felici?

R. No, quelli che seguono le massime del mondo, non sono felici, perché non hanno la vera pace dell'anima, e corrono pericolo di dannarsi.

 

CAPO IV.

Delle opere di misericordia.

941 D. Quali sono le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel di del Giudizio?

R. Le opere buone delle quali ci sarà domandato conto particolare nel di del Giudizio sono le opere di misericordia.

942 D. Che cosa s'intende per opera di misericordia?

R. Opera di misericordia è quella con la quale si soccorre ai bisogni corporali o spirituali del nostro prossimo.

943 D. Quali sono le opere di misericordia corporali?

R. Le opere di misericordia corporali sono:

  1. Dar da mangiare agli affamati.
  2. Dar da bere agli assetati.
  3. Vestire gl'ignudi.
  4. Alloggiare i pellegrini.
  5. Visitare gli infermi.
  6. Visitare i carcerati.
  7. Seppellire i morti.

944 D. Quali sono le opere di misericordia spirituali?

R. Le opere di misericordia spirituali sono:

  1. Consigliare i dubbiosi.
  2. Istruire gli ignoranti.
  3. Ammonire peccatori.
  4. Consolare gli afflitti.
  5. Perdonare le offese.
  6. Sopportare pazientemente le persone moleste.
  7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.

 

CAPO V.

Dei peccati e delle loro specie principali.

945 D. Quante sorta di peccati vi sono?

R. Vi sono due sorta di peccati: il peccato originale ed il peccato attuale.

946 D. Qual'è il peccato originale?

R. Il peccato originale è quello coi quale tutti nasciamo, e che abbiamo contratto per la disubbidienza del nostro primo padre Adamo.

947 D. Quali danni ci ha cagionati il peccato di Adamo?

R. I danni dei peccato di Adamo sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, la morte e tutte le altre miserie.

948 D. Come si cancella il peccato originale?

R. Il peccato originale si cancella col santo Battesimo.

949 D. Qual'è il peccato attuale?

R. Il peccato attuale è quello che l'uomo, arrivato all'uso della ragione, commette con la sua libera volontà.

950 D. Quante sorta di peccato attuale vi sono?

R. Vi sono due sorta di peccato attuale: il mortale ed il veniale.

951 D. Qual'è il peccato mortale?

R. Il peccato mortale è una trasgressione della divina legge, per la quale si manca gravemente ai doveri verso Dio, verso il prossimo, verso noi stessi.

952 D. Perché si dice mortale?

R. Si dice mortale perché dà morte all'anima, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita dal corpo.

953 D. Quali danni fa all'anima il peccato mortale?

R.

  1. Il peccato mortale priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio;
  2. le fa perdere il paradiso;
  3. la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi;
  4. la fa schiava del demonio;
  5. le fa meritare l'inferno, ed anche i castighi di questa vita.

954 D. Oltre la gravità della materia che cosa si richiede per costituire un peccato mortale?

R. Oltre la gravità della materia per costituire un peccato mortale si richiede la piena avvertenza di tale gravità e la deliberata volontà di commettere il peccato.

955 D. Qual è il peccato veniale?

R. Il peccato veniale è una lieve trasgressione della divina legge, per la quale si manca solo leggermente a qualche dovere verso Dio, verso il prossimo e verso noi stessi.

956 D. Perché si chiama veniale?

R. Perché è leggiero rispetto al peccato mortale, non ci fa perdere la divina grazia; e perché Dio più facilmente lo perdona.

957 D. Dunque non è da fare gran caso del peccalo veniate?

R. Ciò sarebbe un inganno grandissimo, sia perché il peccato veniale contiene sempre una qualche offesa di Dio, sia perché reca danni non piccoli all'anima.

958 D. Quali danni reca il peccato veniate?

R. Il peccato veniale:

  1. indebolisce e raffredda in noi la carità;
  2. ci dispone al peccato mortale;
  3. ci rende meritevoli di grandi pene temporali in questo mondo o nell'altro.

 

CAPO VI.

Dei vizi capitali e di altri peccati più gravi.

959 D. Che cosa è il vizio?

R. Il vizio è una cattiva disposizione dell'animo a fuggire il bene e a fare il male, causata dal frequente ripetersi degli atti cattivi.

950 D. Che differenza v'è tra peccato e vizio?

R. Tra peccato e vizio v'è questa differenza, che il peccato è un atto che passa, mentre il vizio è la cattiva abitudine contratta di cadere in qualche peccato.

961 D. Quali sono i vizi che si chiamano capitali?

R. I vizi che si chiamano capitali sono sette:

  1. Superbia;
  2. Avarizia;
  3. Lussuria;
  4. Ira;
  5. Gola;
  6. Invidia;
  7. Accidia.

962 D. I vizi capitali come si vincono?

R. I vizi capitali si vincono con l'esercizio delle virtù opposte. Cosi la superbia si vince con l'umiltà; l'avarizia con la liberalità; la lussuria con la castità; l'ira con la pazienza; la gola con l'astinenza; l'invidia con l'amor fraterno; l'accidia con la diligenza e col fervore nel servizio di Dio.

963 D. Perché questi vizi si chiamano capitali?

R. Questi vizi si chiamano capitali, perché sono la sorgente e la cagione di molti altri vizi e peccati.

964 D. Quanti sono i peccati contro lo Spirito Santo?

R. I peccati contro lo Spirito Santo sono sei:

  1. disperazione della salute;
  2. presunzione di salvarsi senza merito;
  3. impugnare la verità conosciuta;
  4. invidia della altrui grazia;
  5. ostinazione nei peccati;
  6. impenitenza finale.

965 D. Perché questi peccati si dicono in particolare contro lo Spirito Santo?

R. Questi peccati si dicono in particolare Contro lo Spirito Santo, perché si commettono per pura malizia, la quale è contraria alla bontà, che si attribuisce allo Spirito Santo.

966 D. Quali sono i peccati che si dicono gridare vendetta nel cospetto di Dio?

R. I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro:

  1. omicidio volontario;
  2. peccato impuro contro l'ordine della natura;
  3. oppressione dei poveri;
  4. fraudare la mercede agli operai.

967 D. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio?

R. Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi.

 

CAPO VII.

Dei Novissimi e di altri mezzi principali per evitare il peccato.

968 D. Che cosa intendete per Novissimi?

R. Novissimi sono chiamate nei Libri santi le cose ultime che accadranno all'uomo.

969 D. Quanti sono i Novissimi, o cose ultime dell' uomo?

R. I Novissimi, o cose ultime dell'uomo, sono quattro: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.

970 D. Perché i Novissimi si dicono cose ultime dell' uomo?

R. I Novissimi si dicono cose ultime dell'uomo, perché la Morte è l'ultima cosa che ci accade in questo mondo; il Giudizio di Dio è l'ultimo fra i giudizi che dobbiamo sostenere; l'Inferno è l'estremo male che avranno i cattivi; il Paradiso il sommo bene che avranno i buoni.

971 D. Quando dobbiamo noi pensare ai Novissimi?

R. È bene pensare ai Novissimi ogni giorno, e massimamente nel fare orazione alla mattina subito svegliati, alla sera prima di andare a riposo e tutte le volte che siamo tentati a far male, perché questo pensiero è validissimo a farci evitare il peccato.

 

CAPO VIII.

Degli esercizi divoti che si consigliano al cristiano per ogni giorno.

972 D. Che cosa deve fare un buon cristiano la mattina subito svegliato?

R. Un buon cristiano, la mattina appena svegliato, deve fare il segno della santa Croce ed offrire il cuore a Dio, dicendo queste o altre simili parole: Mio Dio, io vi dono il mio cuore e l'anima mia.

973 D. A che cosa si dovrebbe pensare levandosi dal letto e vestendosi?

R. Levandosi dal letto e vestendosi, si dovrebbe pensare che Dio è presente, che quel giorno può esser l'ultimo della nostra vita; e levarsi e vestirsi con ogni possibile modestia.

974 D. Levato e vestito, che cosa deve fare un buon cristiano?

R. Un buon cristiano, appena levato e vestito, deve mettersi alla presenza di Dio, e inginocchiarsi, se può, innanzi a qualche divota immagine, dicendo con divozione: Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore; vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte; vi offerisco tutte le mie azioni, e vi prego di preservarmi in questo giorno dal peccato, e di liberarmi da ogni male. Così sia . Reciti quindi il Pater Noster, l'Ave Maria, il Credo e gli atti di Fede, di Speranza e di Carità, accompagnandoli con vivo affetto del cuore.

975 D. Quali pratiche di pietà dovrebbe ogni giorno compiere il cristiano?

R. Il cristiano, potendolo, dovrebbe ogni giorno:

  1. assistere con divozione alla santa Messa;
  2. fare una visita, anche brevissima, al SS. Sacramento;
  3. recitare la terza parte del santo Rosario.

976 D. Che cosa si deve fare prima di lavorare?

R. Prima di lavorare, si deve offrire il lavoro a Dio, dicendo di cuore: Signore vi offerisco questo lavoro: datemi la vostra benedizione.

977 D. Per qual fine si deve lavorare?

R. Si deve lavorare per la gloria di Dio e per fare la sua volontà.

978 D. Che cosa convien fare prima di prender cibo?

R. Prima di prender cibo, stando in piedi, conviene fare il segno della santa Croce e poi dire con divozione: "Signore Iddio, date la vostra benedizione a noi e al cibo che ora prenderemo per mantenerci nel vostro servizio".

979 D. Avendo finito di prender cibo, che cosa convien fare?

R. Finito di prender cibo convien fare il segno della santa Croce, e dire: "Signore vi ringrazio del cibo che mi avete dato; fatemi degno di partecipare alla mensa celeste".

980 D. Quando uno si accorge di qualche tentazione che cosa dovrebbe fare?

R. Quando uno si accorge di qualche tentazione dovrebbe invocare con fede il SS. Nome di Gesù , o di Maria , o dire fervorosamente qualche giaculatoria, come p. e. "datemi grazia, o Signore, che non vi offenda giammai", oppure fare il segno della Croce; evitando però che da segni esterni si accorgano gli altri delle sue tentazioni.

981 D. Quando uno conosce o dubita d'aver commesso qualche peccato, che cosa deve fare?

R. Quando alcuno conosce o dubita d'aver peccato, deve fare subito un atto di contrizione, e procurare di confessarsene al più presto.

982 D. Quando, fuori di chiesa, si sente il segno dell'elevazione dell'ostia alla Messa solenne, o della benedizione del SS. Sacramento, che cosa si deve fare?

R. Si deve fare, almeno col cuore, un atto di adorazione dicendo p. e.: "Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento".

983 D. Che cosa si deve dire quando suona l'Ave Maria, all'alba, al mezzodì e alla sera?

R. Al suono dell'Ave Maria, il buon cristiano recita l'Angelus Domini, con tre volte l'Ave Maria.

984 D. La sera, prima di andare a riposo che cosa convien fare?

R. La sera prima del riposo, convien mettersi, come al mattino, alla presenza di Dio, recitare divotamente le stesse orazioni, fare un breve esame di coscienza e domandare perdono a Dio dei peccati commessi nella giornata.

985 D. Che cosa farete prima di addormentarvi?

R. Prima di addormentarmi farò il segno della santa Croce, penserò che posso morire in quella notte, e darò il cuore a Dio, dicendo: "Signore e Dio mio, io vi dono tutto il mio cuore; Santissima Trinità, datemi grazia di ben vivere e di ben morire; Gesù, Giuseppe e Maria, io raccomando a voi l'anima mia".

986 D. Oltre alle orazioni della mattina e della sera, in quale altra maniera si può ricorrere a Dio nel corso della giornata?

R. Nel corsa della giornata si può pregare Iddio frequentemente con altre brevi orazioni che si chiamano giaculatorie.

987 D. Dite qualche giaculatoria.

R. Signore aiutatemi - Signore sia fatta la vostra santissima volontà - Gesù mio, io voglio essere tutto vostro - Gesù mio, misericordia - Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch' io t'ami sempre più.

988 D. È utile dire durante il giorno molte giaculatorie?

R. È cosa utilissima dire durante il giorno molte orazioni giaculatorie, e si possono dire anche col cuore senza proferir parola, camminando, lavorando, ecc.

989 D. Oltre alle orazioni giaculatorie, in quale altra cosa si dovrebbe esercitare sovente il cristiano?

R. Oltreché nelle orazioni giaculatorie il cristiano si dovrebbe esercitare nella cristiana mortificazione.

990 D. Che cosa vuol dire mortificarsi?

R. Mortificarsi, vuoi dire lasciare, per amore di Dio, quello che piace, ed accettare quello che dispiace secondo i sensi, o l'amor proprio.

991 D. Quando si porta il Santissimo Sacramento ad un infermo, che cosa si deve fare?

R. Quando si porta il SS.mo Sacramento a qualche infermo, si deve procurare, potendo, di accompagnarlo con modestia e raccoglimento; e se non si può, fare un atto di adorazione in qualunque luogo uno si trovi, e poi dire: "Consolate, o Signore, questo infermo, e dategli grazia di uniformarsi alla vostra santissima volontà e di conseguire la sua salute".

992 D. Sentendo suonare l'agonia di qualche moribondo, che cosa farete?

R. Sentendo suonare l'agonia di un moribondo, mi porterò, potendo, alla Chiesa a pregare per lui, e non potendo, raccomanderò al Signore l'anima sua, pensando che fra breve tempo avrò da trovarmi io pure in questo stato.

993 D. Sentendo il segno della morte di qualcheduno, che cosa farete?

R. Sentendo il segno della morte di qualcheduno, procurerò di dire un De profundis o un Requiem per l'anima di quel defunto, e rinnoverò il pensiero della morte.


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