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Pio X nel mondo dello spettacolo

1 - Premessa

Giuseppe Sarto non è solo un Santo della Chiesa Cattolica, ma è una figura di indubbio spessore anche per il mondo contemporaneo, alla cui umanità ed alla cui vicenda storica si è ispirato pure l'ambiente dello spettacolo, nella accezione più ampia che questo termine può avere. Infatti a questo poliedrico personaggio si sono ispirati, da oltre 60 anni, registi, autori, attori, scenografi, catechisti, eccetera. Può sembrare che esista un contrasto stridente nell'accostare Pio X al mondo dello spettacolo, perché quest'ultimo richiama un ambito umano strutturalmente frivolo, superficiale, vuoto di valori. Niente di tutto ciò: anche lo spettacolo ha contribuito (e potrà contribuire ancora) alla presentazione corretta, ed aderente alla storia, della vita e dell'opera di Pio X.

2 - Pio X nel teatro

Le prime composizioni che riguardano Pio X sono ovviamente teatrali: nel periodo in cui sono state composte non si poteva pensare ad un film, sia per i costi come per le tecniche vigenti (non era ancora stato inventato il sonoro). Poi lo spettacolo, pur rimanendo ancorato all'azione scenica teatrale, facilmente riproducibile in qualsiasi teatrino parrocchiale da una qualsiasi filodrammatica, si è lentamente evoluto ed adeguato ai nuovi "mass media", quali cinema e TV, senza che però si affievolisse il canale teatrale. La prima opera su Pio X destinata al teatro è stata scritta da Primo Piovesan nel 1922; il titolo è Santità (Pio X) Rievocazione scenica in tre momenti, Fratelli Cristofari Editori, Via Luosi, 7, Milano. Una positiva impressione su una rappresentazione è stata espressa su La Stampa di Torino del 26 settembre 1925. Credo si tratti di una delle prime rappresentazioni, avvenuta a pochi mesi di distanza dalla stesura del canovaccio e che forse è stato ispirato dalla "prima edizione ufficiale e pubblica" datata da Roma 14 febbraio 1923, di 28 cardinali ne nominarono "postulatore della causa di Beatificazione di Pio X l'abate di S. Prassede di Roma, don Benedetto Pierami". La "commedia" ebbe fortuna: Mons. Antonio Niero, insigne studioso, mi assicura che "spopolava" nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, ed era il pezzo forte delle filodrammatiche parrocchiali. Secondo me ha ragione, altrimenti non si potrebbero spiegare le edizioni del 1929 e, ben più importante, del 1935.

Questa data infatti mi richiama il centenario della nascita di Pio X: una data molto importante, da onorare con iniziative importanti. A quel tempo l'unica opera di spettacolo su G. Sarto era quella del Piovesan: credo sia questo il motivo per cui sia stata curata la terza ristampa, per i tipi della Tipografia Commerciale Editrice di Vicenza. In ordine di tempo, per seconda un piccolo pezzo francese di Raoul Ullens S.S.S., Une Messe mysterieuse, (en un acte), "Le choeur", 4 Rue Corot, Paris, che, a quanto mi consta, non è mai stato rappresentato, pur esistendo una traduzione di Bepi Parolin, datata a Riese 5/2/1948: si tratta di un fascicoletto di 12 fogli dattiloscritti non numerati. Pure francese, ma molto più consistente, è la seguente opera: Robert Caplain-Dol, Pie X, Prince de la Paix, Pièce en onze tableaux, Apostolat de la Presse, Paris, (1954), p.127.

Dalla data si arguisce che fu concepita per la canonizzazione. - e per la beatificazione?- Sicuramente il lettore si è posto questo quesito. A questo proposito, restringendo l'analisi al solo teatro, cito L'opera famosissima di Giuseppe Maffioli, Papa Sarto, sintesi agiografica in 3 parti, imprimatur a Treviso, 4 giugno 1952 (Mons. Dott . Chimenton . Vic. Gen.), in Palcoscenico, P.9-32. Mi sono sbilanciato con un superlativo perché rappresentata in gran parte del Veneto, e perché proprio a Riese, nel maggio 1985, ha registrato il suo ultimo fragoroso successo, proprio nei giorni in cui l'autore moriva.

Da registrare, ancora in ambito veneto, il breve pezzo di Bepi Parolin, rappresentato in Asilo a Riese nel 1980, ma concepito e scritto molto tempo prima (so che me ne ha parlato, ma non ricordo bene); si tratta di Un cardinal de campagna in 4 atti: non tragga in inganno il numero degli atti, perché lo scritto è molto breve, essendo in tutto composto di sole 13 cartelle dattiloscritte.

Anch'io mi sono cimentato, alla fine del 1979, in un'operetta da quattro soldi: "Salzano, 21 agosto 1873" in dialetto veneto e in quattro scene, rappresentata una sola volta il 12 gennaio 1980.

3 - Pio X nel mondo della celluloide

In occasione della beatificazione di Pio X fu edito anche un film, che ha sollevato un vespaio indicibile a suo tempo. Il titolo è "Gli uomini non guardano il cielo", prodotto dalla Cinelia Film. Il ruolo di papa Sarto era interpretato dall'attore Henry Vidon. Sono in possesso della sceneggiatura del film, che mi è stata regalata dalla prof.ssa Giuliana Bacchion, figlia del prof. Eugenio Bacchion (1899-1976), consulente storico del film. Per essere preciso, essa è stata curata da Ettore M. Margadonna, Enzo Duse, Umberto Scarpelli, con la consulenza storica di Eugenio Bacchion e con la consulenza ecclesiastica di Mons. Adone Terzariol, è stata ciclostilata in 194 pagine numerate, e reca in calce dell'ultima pagina la data 13 luglio 1951 (il 13 luglio mi richiama alla mente la data dell'ingresso "alla chetichella" del Sarto a parroco di Salzano).

Il film ebbe un discreto successo, e nella mia memoria sono ancora stampate le immagini viste in una acerba infanzia, e le positive ed entusiastiche reazioni dei salzanesi. Dopo lunghe ricerche, sono riuscito a "scovare" un signore che possiede una copia in 16 mm. Potrà essere utile in un prossimo futuro, una volta sciolti i nodi e le pastoie connesse con i diritti d'autore.

Un'altra sceneggiatura è francese. L'ho rinvenuta fra le carte lasciate da Bepi Parolin. L'autore è l'abbé A. Vachet, e porta un titolo lungo e che sa di spot pubblicitario: Les Studios C.I.T.E.C. racontent UNE MERVEILLEUSE HISTOIRE DE VOCATION. SAINT PIE X, 29 MAI 1954, appena temperato dal termine "vocazione". Si tratta di un opuscolo poco consistente, che consta di 18 pagine numerate.

Il titolo di questo paragrafo parla in senso lato di "mondo della celluloide". In questo ambito intendo includere anche quelle brevissime sequenze che negli anni della mia infanzia venivano individuate col termine di "filmine", sequenze che oggi vengono sostituite con le diapositive. Nelle mie indagini sono riuscito a scovare anche quelle. Le edizioni sono quelle dei salesiani  (ricordo che in quest'anno ricorre il 100° della morte di S. G. Bosco, loro fondatore).

I titoli sono questi. 

  • Pio X - Documentario - Compilazione di D. Giuseppe Bassi, Filmine Don Bosco, serie D,N,.25, Quadri 45, Libreria Dottrina Cristiana, Colle Don Bosco (Asti),1951.
  • Il Papa dei Fanciulli, il Papa dal cuore di fanciullo, che amò i fanciulli col cuore di padre, serie D,N.24, quadri 41, in b. n.; Pio X, documentario di un pontificato tra i più gloriosi della storia di Papa che onorò il Pontificato cogli splendori della santità, serie D, N.25. quadri 45, in b. n.

4 - Pio X nel mondo televisivo

La fortuna che mi ha guidato nella ricerca del film, e nella positiva soluzione del problema, non mi è stata altrettanto amica nel rinvenire l'ampex della recitazione (prestigiosa sotto tutti i punti di vista) curata da Cesco Baseggio su Pio X molti anni fa. Ho condotto ricerche presso la RAI di Venezia e nazionale: o ho ottenuto risposte evasive, e generiche promesse di interessamento non meglio precisate, oppure ho ricevuto solo risposte negative. Speriamo meglio per il futuro. Sempre restando nella sfera televisiva, è da segnalare che qualche intermezzo di natura prettamente ricostruttiva e teatrale è consentito nel recente lavoro di Mario Refrigeri "La strada veneta di Pio X", con la consulenza storica e testi di mons. Silvio Tramontino, tratto da un'idea di Beppo Maffioli (1925-85), apparso su RAI 3 nel 1985 in tre puntate.

5 - Progetto Teatro su Pio X

Durante le ricerche che ho condotto, mi sono sempre chiesto quale contributo potrebbe essere, per la cultura locale, il fatto che ogni paese di Pio X allestisse una propria rappresentazione teatrale sul periodo in cui Giuseppe Sarto ha soggiornato in essi. Forse vale veramente la pena di  ripensarci, per risalire verso le proprie radici e per ripensare a ciò che siamo stati per costruire poi il futuro. Da almeno quattro anni cullo questo progetto. Per cercare adesioni ho parlato con tanti personaggi, fra i quali il prof. Favaro e Don Lino Cusinato.

Inutile sottolineare l'adesione entusiastica dell'ex sindaco di Riese. Più realista è stato invece l'ex direttore de "La Vita del popolo": L'idea in sé è buona, ma se un paese non riesce (o non vuole scrivere), si rompe "l'incantesimo"; ci vorrebbe un coordinamento oculato, e gli autori dovrebbero scrivere in perfetta sintonia e a stretto contatto per salvaguardare l'unità di stile ed altre caratteristiche legate al Sarto. Il progetto mi è stato ispirato quando per la prima volta ho visto il testo francese di Caplain-Dol, che in una dozzina di quadri esaurisce tutto (127 pagine). Mi sono domandato: e se ogni luogo di Pio X avesse il suo pezzo (o i suoi pezzi) su G. Sarto, non si potrebbe farlo conoscere di più o meglio alla gente?

Di sicuro non si deve indulgere troppo al sentimentale e all'inventato (nel senso di "invenzione" teatrale): sui documenti ci sono tracce a volontà per arzigogolare azioni sceniche a volontà, come del resto faceva Lui col Catechismo, con le "Dispute" e nelle recite a soggetto su temi riguardanti la fede.

Le virtù, o il messaggio della Salvezza. Per ora ho in programma la traduzione delle opere in francese e portarle sulla scena.

6 - Ringraziamenti

Sento il dovere di ringraziare, per le utili discussioni e per la disponibilità dimostrata, Mons. Antonio Niero, Mons. Liessi, i coniugi Catterino ed Anna Lazzari, Mons. Lino Cusinato, il prof. Gian Pietro Favaro, il sig. Silvano Zamprogna e la sig.ra Annamaria Moser.

Quirino Bortolato

ultimo aggiornamento: 19.01.2008

 
 
 
 
 
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